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La Cappella Principale
Il Presbiterio, l'abside e l'affresco della Vergine Taumaturga
 

La Cappella centrale annovera fra le sue dotazioni :

Il fondale � absidato e un modesto coro ligneo con bordatura superiore intagliata ne segue le sinuosit�. L'abside ha dovuto essere rinforzata esternamente con un "barbacane" essendo apparse alcune fenditure di cedimento.

L'altare attualmente installato � stato posto in atto nel 1985 secondo i dettami della nuova liturgia e porta sul retro la scritta: "le riforme eseguite quest'anno di grazia 1985 all'altare e alla sede per la rinnovata liturgia a gloria di Dio e della B.V. Maria, ricordano la munificenza della devota def. Giuditta Grisoli e dei genitori Pietro Grisoli e Maria Bassi.".

E' questo il terzo altare maggiore che annovera la storia del Santuario. Come gi� accennato il primo, in legno, laccato di pregevole fattura, probabilmente in funzione sin dalla costruzione della Chiesa ed arricchito con preziose suppellettili dalla famiglia Borselli, si trova attualmente nella Cappella laterale di destra. Questo era stato sostituito da altro in marmo nel 1904, offerto dal canonico Pier-Grisologo Micheli, Arciprete della Cattedrale di Borgo San Donnino, in occasione della consacrazione a Santuario della Chiesa che, sino ad allora, era qualificata come Oratorio. L'elevazione di rango esigeva che il tempio disponesse di un altare fisso non ritenendo la liturgia sufficiente un altare mobile in legno. Si trattava di manufatto in tre stili "raccogliticci" in quanto erano stati utilizzati marmi variamente colorati provenienti da altre costruzioni. Attualmente si trova, accuratamente ricomposto, murato ad una parete del locale di sagrestia a destra dell'ingresso.

Sull'altare maggiore, incastonata in una monumentale cornice barocca in legno intagliato e scolpito, troneggia il simulacro della Madonna dei Prati. Si tratta di un dipinto ad olio su tela, fissato su tavola, opera del pittore Giuseppe Moroni, datato 1950. Con la sostituzione della vecchia immagine con la nuova, peraltro realizzata sul modello della precedente ma con pochi ritocchi nel disegno e nei colori, si � chiuso un capitolo della storia del tempio, per capire il quale � necessario fare un passo indietro e riportarci ai giorni di cui stiamo celebrando il terzo centenario.

Per avvicinarci il pi� possibile alle origini del precedente affresco, che qualcuno ha definito "vicino al Mantegna", si pu� dar credito alla testimonianza che ci viene data dagli atti del Cancelliere Bernardino Quaglia in data 10/10/1689 riportata da Don Sincero Badini nella sua pubblicazione "La Madonna dei Prati" del 1904. Da questi documenti risulta che dalla piccola Cappella in cui si trovava l'immagine affrescata non se ne potevano riportare le origini, pur citando un intervento dei Padri Gesuiti di Busseto per alcuni restauri. E' certo invece che, su iniziativa del Vescovo, un muratore ruppe il muro che stava dietro il dipinto e scopr� che l'affresco era su un altro pezzo di muro racchiuso in un telaio di legno. Per contro, dal Diario di Don Leto Bocelli, conservato negli archivi della Parrocchia, si viene a sapere che la data di erezione della piccola Cappella risale all'anno 1632 e che l'affresco su un muro di malta, della misura di cm. 160x130, era rinchiuso in un telaio di pioppo. Queste due testimonianze danno corpo all'ipotesi che il dipinto esistesse gi� prima della costruzione della cappelletta, probabilmente in una delle numerose maest� sparse per le campagne, successivamente conglobata in una pi� dignitosa dimora. Esso venne poi trasferito nell'abside dell nuova Chiesa e collocato su un basamento in posizione di non felice visibilit� per i fedeli visitatori. Tale sistemazione non mut� per oltre 200 anni e fu solo nel 1912 che si procedette all'innalzamento di mt. 1,15 dell'affresco. Il tempo e, forse, anche le conseguenze dello spostamento nonostante le precauzioni prese, nonch� l'intervento di qualche maldestro restauratore, hanno fatto il resto.

Circa la posizione della cappelletta non sembra esservi pi� dubbio : essa si trova dove ora esiste il modesto fabbricato che si affaccia sul piazzale, a destra guardando la Chiesa. Leggendo infatti il manoscritto lasciato dal primo Cappellano Don Flaminio Porci, si apprende che : "� si giudic� bene di fare prima il portico, come si vede al presente, capace di molto popolo e sotto del quale rest� anche la cappellina della Madonna�" e poi ancora "� il Vescovo�ordin� che fosse fatto il disegno della Chiesa e ne diede l'incombenza all'accennato Arch. Francesco Callegari, il quale fece il disegno riuscito bello, come si vede al presente, essendo la Chiesa molto ben ornata, e di struttura galante, con buoni fondamenti, capaci di sostenere una cupola, quando l'elemosina e il reddito della Beata Vergine sar� tale che dia la possibilit� di fala. Dalla parte verso Oriente si deve fare un altro portico simile a quello che si vede al presente verso ponente,e quando tutto sar� compiuto e perfezionato, sar� una Fabbrica molto bella".

Ad attestazione dell'innalzamento dell'affresco � rimasta la lapide, incastonata alla sinistra dell'altare maggiore, che cos� recita : " perch� l'immagine taumaturga si offrisse in tutto il suo splendore allo sguardo dei fedeli fu dal Rettore Don Leto Bocelli portata a questa altezza coadiuvato nella non facile impresa dagli operai Leopoldo Parizzi e Odoardo Sagliani di Busseto Agosto 1912."

Pi� che una sostituzione con l'attuale effige � il caso di parlare di "occultamento". Sta di fatto che Mons. Gilberti - Vescovo di Fidenza - transitando in visita pastorale a Madonna Prati nel maggio 1950, sostasse in preghiera sotto l'immagine della B.V. ed esprimesse una sua opinione sull'affresco rilevandone difetti da logoramento causati dal tempo e notando che la stessa espressione degli occhi non era pi� tanto gradevole. Il conseguente auspicio di S.E. era che si potesse "prima o poi" fare qualcosa per "rinfrescare" l'immagine. Fu cos� che il pittore Moroni, in un occasionale passaggio in zona, si assunse l'incarico di esaudire il desiderio del Vescovo e nell'ottobre dello stesso anno, quasi in forma privata, una nuove effige venne collocata sopra quella precedente che rimane, ancora oggi, coperta ma presente al culto dei fedeli.

Il pellegrino che si rivolge alla S. Madonna dei Prati non abbia quindi dubbi : le sue istanze e le sue suppliche sono state, sono e saranno sempre ascoltate perch� la Vergine Taumaturga � presente nella esteriore nuova sembianza ma anche nella originale e miracolosa Figura che i quasi 400 anni passati hanno purtroppo irrimediabilmente logorata.

Cantine Bergamaschi

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